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Controlli serrati per scovare le partite IVA "dormienti", scoperte e chiuse 111 ditte fantasma

L’intensificazione dell’attività di contrasto dell’uso illecito di partite iva riconducibili ad imprese “dormienti” si è esplicitata nell’esecuzione di mirate attività di controllo su oltre 200 aziende di cui 70 avviate da meno di sei mesi. L’iniziativa ha portato alla chiusura di 111 partite iva, fittiziamente operative nel settore manifatturiero legato alla filiera del tessile, nonché in ambito immobiliare, commerciale e dei servizi.
L’attività di analisi, tra cui l’incrocio delle informazioni contenute nelle banche dati in uso al Corpo e della fatturazione elettronica obbligatoria, oltre ai riscontri effettuati direttamente sul territorio, hanno fatto emergere la non operatività delle attività poste sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle pratesi, fornendo elementi per proporre la loro chiusura ed evitare così il loro utilizzo per finalità illecite di carattere economico finanziario.
Tra questi l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il riciclaggio ed il trasferimento all’estero di proventi illeciti, oltre all’ottenimento e monetizzazione di crediti d’imposta non spettanti derivanti, ad esempio, dai “bonus facciate” e “super bonus 110%”.
Le partite Iva su cui si sono focalizzate le investigazioni risultavano, dunque, in parte riconducibili a società “inattive” o cosiddette “dormienti” in quanto rivelavano l’inesistenza di qualsiasi attività economica nelle tre annualità precedenti oppure a società di recente costituzione per le quali non sono stati forniti dati esatti ai fini della loro corretta individuazione.
È grazie al prezioso e fattivo coordinamento tra le due istituzioni che lo sviluppo delle attività amministrative trova la sua conclusione nella cancellazione delle partite iva fantasma.

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